Due beni che rappresentano un punto di riferimento per le rispettive comunità, ma anche un patrimonio per l’umanità.
Lo Scudo Blu arriva alla Diga del Gleno ed alle Mura Veneziane di Bergamo, destinatari del simbolo internazionale di protezione dei beni culturali dai rischi dei conflitti armati.
La Diga del Gleno
“100 anni fa, un fiume di fango. 100 anni dopo, un fiume di luce”. Con queste parole don Angelo Scotti, parroco di Vilminore, ha sintetizzato il pensiero che ha unito i tanti interventi della serata dedicata ai 100 anni del disastro del Gleno, nella serata di giovedì 30 settembre.
La cerimonia è stata l’occasione per presentare anche lo Scudo Blu alla Diga del Gleno, destinataria del simbolo internazionale di protezione dei beni culturali dai rischi di conflitti armati, in quanto bene che rappresenta il collante e le fondamenta dell’identità di una comunità, come previsto dalla Convenzione dell’Aja del 1954.
“Il 1º dicembre del 1923, quando la diga crollò, sei milioni di metri cubi d’acqua si diressero verso il lago d’Iseo, lasciando alle loro spalle oltre 300 morti. Quella strage, che molti indicarono come un piccolo Vajont, segnò profondamente questo territorio e la popolazione. Oggi – ha dichiarato Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana – la diga è ancora là e porta evidenti le ferite di quel triste evento, a memoria di un passato che non va dimenticato. È per questa ragione, perché eventi come questo rimangano un insegnamento per noi e per le future generazioni, che dobbiamo preservare i resti di quella grande costruzione e permettere che il messaggio che lanciano ancora oggi non venga cancellato”.
La diga del Gleno rappresenta un bene altamente identificativo per il territorio, perché le vicende della diga e della Val di Scalve si sono inevitabilmente intrecciate nel corso dell’ultimo secolo.
“L’apposizione avverrà in occasione dei 100 anni del disastro del Gleno che colpì la Valle di Scalve e che sancì, inevitabilmente, un profondo legame tra quest’opera ed il territorio – ha ricordato Carolina David, Presidente del Comitato di Brescia della Croce Rossa Italiana -. Le vicende legate alla diga, dalla costruzione ai drammatici avvenimenti dell’1 dicembre 1923 fino alla capacità di fare memoria, hanno consolidato l’identità della popolazione della valle, che in questo luogo riconosce uno dei pilastri della propria storia. Per questo si è deciso di indicare questo bene per lo Scudo Blu”.
Lo Scudo Blu sarà apposto su una stele realizzata ai piedi del monumento delle vittime del disastro del Gleno. La cerimonia di svelamento si terrà il 30 novembre, nella Chiesa di Vilminore di Scalve, alla presenza dei Comitati di Brescia e Bergamo della Croce Rossa Italiana, che interverranno per illustrare il significato di questo simbolo e le motivazioni della scelta, nell’ambito di questa ricorrenza.
Le Mura Veneziane
Parte integrante della città, ne connotano il paesaggio e caratterizzano l’intero assetto urbano come elementi di grande rilevanza architettonica, tanto da essere inserite tra i patrimoni UNESCO. Inoltre, sono emblematiche della storia della comunità, in quanto segni tangibili del passato sul quale si è costruita la civitas.
Per questo le mura veneziane di Bergamo sono state indicate tra i beni culturali di Bergamo destinatari di Scudo Blu, con la delibera del Comune che ha accolto la proposta dei Comitati di Bergamo e Brescia della Croce Rossa Italiana – Comitato di Brescia e Comitato di Bergamo, all’interno del progetto “Uno Scudo per la cultura”.
La cerimonia si è svolta venerdì 1 dicembre 2023, alla presenza del presidente di Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro.
“Una costruzione architettonica del XVI secolo unica nel suo genere, che arriva oggi a noi senza riportare addosso le ferite di alcun conflitto. Le mura veneziane di Bergamo, con i baluardi, le piattaforme e le garitte, rappresentano un’opera di indubbio valore storico e culturale per queste terre. Custodirle nel tempo è compito nostro, è dovere di chi, come la Croce Rossa, da sempre opera non solo per supportare chiunque ne abbia bisogno, senza alcuna distinzione, ma anche per tutelare i beni culturali, non solo durante un conflitto armato. C’eravamo, ci siamo e continueremo ad esserci, perché il futuro ha una lunga storia e noi dobbiamo proteggerla”, ha commentato Valastro.
“Apporre lo Scudo Blu significa evidenziare il valore fondamentale di questo bene culturale, testimone e custode della storia della città – ricorda Carolina David, Presidente del Comitato di Brescia della Croce Rossa Italiana -. Questo è il filo conduttore che lega tutti i beni che abbiamo individuato nel percorso di Uno scudo per la cultura. Sono 25 tra castelli, musei, siti archeologici, teatri, piazze, con delibere di 10 Comuni diversi tra Brescia e Bergamo”.
A Bergamo, lo Scudo Blu è stato già apposto al Teatro Donizetti, Piazza Vecchia, Piazza Duomo, ex monastero di Astino e all’ex monastero di Sant’Agostino. Inoltre, sono inseriti nelle delibere comunali la Chiesa di Santo Spirito e l’Accademia Carrara (Bergamo), la Rotonda di San Tomè di Almenno San Bartolomeo e la Basilica di San Martino Vescovo di Alzano Lombardo.
“Abbiamo avviato un percorso che è destinato a proseguire anche oltre l’anno di Capitale Italiana della Cultura – commenta il Presidente del Comitato di Bergamo della Croce Rossa Italiana Comitato, Maurizio Bonomi -. Nel corso di questi mesi, abbiamo riscontrato una consapevolezza sempre maggiore dell’importanza di questo simbolo di pace, in un contesto internazionale contrassegnato dai conflitti”.