Cenni storici
Villa Valle-Orsini-Marzotto sorge al centro di Valdagno ed è ciò che rimane di un complesso architettonico più ampio, demolito negli anni Cinquanta del Novecento. Il nucleo originario comprendeva, oltre al corpo padronale, una barchessa, un portico d’ingresso monumentale e una foresteria in stile neogotico, attribuita all’architetto Giuseppe Jappelli, tutti ormai scomparsi. La villa attuale si distingue per una maestosa facciata principale, rivolta a sud, articolata attorno a un settore centrale scandito da quattro lesene giganti composite su piedistalli bugnati, che sostengono una trabeazione con timpano coronato da statue. L’asse mediano è sottolineato da una porta d’ingresso centinata e da una finestra balaustrata al piano superiore, arricchite da chiavi di volta scolpite con teste umane.Ai lati del settore centrale si aprono finestre con cornici bugnate e frontoncini triangolari al piano nobile, sovrastate da aperture quadrate e abbaini. La semplicità della facciata posteriore contrasta con quella anteriore, presentando finestre con davanzali e cimasette sporgenti e un portale centinato decorato con bugne. Nel timpano posteriore, al posto della consueta statua, spicca una cella campanaria.
All’interno si trova un salone centrale a doppia altezza con ballatoi lignei sui lati brevi che connettono le ali laterali. Le porte principali, coronate da frontoncini triangolari sorretti da figure scultoree, conducono a sale minori e, a nord-ovest, allo scalone a rampe contrapposte. Gli ambienti sono impreziositi da decorazioni architettoniche e artistiche che conferiscono alla villa un’atmosfera di nobile eleganza. Documenti storici attestano che il corpo padronale esisteva già nel 1697, mentre l’attribuzione all’architetto padovano Girolamo Frigimelica Roberti rimane ipotetica.
I materiali utilizzati sono tipici della regione: pietra calcarea locale per gli elementi decorativi e intonaco per le superfici murarie. Le tonalità chiare, spesso color crema o bianco, contribuiscono all'eleganza dell'edificio e alla sua integrazione con il paesaggio circostante.
La villa, ora sede della Biblioteca Civica di Valdagno, conserva nei giardini tracce dell’antico splendore, originariamente arricchito da statue attribuite a Giacomo Cassetti, oggi trasferite altrove. Rimane un simbolo della storia e della cultura architettonica della Valdagno del passato.
Perché è stato scudato
Villa Valle – Orsini – Marzotto è un bene di straordinario valore culturale, storico e architettonico, strettamente legato alla nascita e allo sviluppo di Valdagno. Questa residenza rappresenta un’importante testimonianza del passato della città e del più ampio patrimonio delle ville venete. Il suo valore si estende oltre il semplice aspetto architettonico, poiché incarna la memoria di un’epoca e di una comunità che si è sviluppata intorno alla nobiltà locale.
Dal punto di vista storico, la villa è profondamente legata alle origini di Valdagno, che si sviluppò come insediamento medievale attorno al fiume Agno, grazie anche alla presenza di famiglie come i Valle. Questi nobili non solo contribuirono al progresso della città, ma attraverso la costruzione della villa resero evidente il loro controllo sul territorio e la gestione delle risorse, come testimoniato dalla supplica rivolta ai Provveditori ai Beni Inculti nel 1697 per condurre l’acqua alla proprietà. La villa, già presente in quell’anno, diviene così simbolo di una fase cruciale della crescita economica e infrastrutturale del territorio.
Sul piano architettonico e artistico, Villa Valle- Orsini – Marzotto rappresenta un esempio notevole delle ville venete, caratterizzate dalla simmetria, dall’eleganza compositiva e dall’integrazione con il paesaggio. La facciata principale, rivolta a mezzogiorno, si distingue per il rigore monumentale delle sue lesene giganti, il timpano decorato con statue e i dettagli scultorei raffinati, come le teste umane scolpite sulle chiavi di volta. Questi elementi ne fanno un’opera di grande pregio artistico, attribuita, anche se non con certezza documentaria, all’architetto padovano Girolamo Frigimelica Roberti, uno dei protagonisti del panorama veneto del XVII secolo. Le statue, attribuite a Giacomo Cassetti, arricchivano non solo la facciata ma anche la barchessa e il giardino, rafforzando ulteriormente il valore artistico della residenza.
Oltre al suo passato aristocratico, la villa è oggi un simbolo vivo della comunità, grazie alla sua funzione attuale come sede della Biblioteca Civica di Valdagno. Questo riutilizzo la rende un luogo di aggregazione culturale, unendo passato e presente. Anche se parti del complesso originario, come la barchessa, il portico monumentale e la foresteria neogotica attribuita a Giuseppe Jappelli sono andate perdute, la villa continua a rappresentare un punto di riferimento per la città e il suo patrimonio storico. Il giardino, progettato probabilmente dallo stesso Jappelli, contribuiva a creare un dialogo armonioso tra architettura e natura, un ideale tipico delle ville venete e del pensiero rinascimentale.
La villa è strettamente legata alla nascita e all’identità di Valdagno, testimoniando il periodo in cui la nobiltà non solo costruiva le proprie dimore, ma plasmava il territorio circostante, trasformando insediamenti rurali in centri culturali ed economici. In un contesto in cui molti edifici storici sono andati perduti, Villa Valle-Orsini-Marzotto rimane uno degli ultimi collegamenti tangibili con il passato nobile della città. Proteggerla significa conservare non solo il suo valore architettonico e artistico, ma anche l’identità collettiva di Valdagno e il ricordo di un periodo cruciale per il suo sviluppo.