La collaborazione tra gli enti per lo Scudo Blu
La Campagna nazionale di Croce Rossa Italiana “Il futuro ha una lunga storia. Proteggiamola” beneficia di un protocollo sottoscritto tra CRI e ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), disponibile qui. In base a tale protocollo, la proposta viene fatta da Croce Rossa Italiana attraverso i suoi Comitati, in virtù del suo impegno nella divulgazione ed implementazione del Diritto Internazionale Umanitario. Anche enti gestori, associazioni o gli stessi Comuni possono sollecitare l’apposizione di uno Scudo Blu, rivolgendosi al Comitato locale di Croce Rossa, che, col supporto di Croce Rossa Italiana, valuterà la coerenza della proposta rispetto alle indicazioni della Convenzione dell’Aia.
Nel quadro della linea d’azione ‘Uno Scudo per la cultura’, i Comitati di Croce Rossa Italiana sono quindi enti proponenti, che hanno funzione di coordinatori di un processo che coinvolge molteplici realtà sia nella fase di individuazione e apposizione dello Scudo Blu che in quella di divulgazione e formazione: Comuni, in quanto enti deliberanti; proprietari e gestori dei beni culturali; Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.
Gli step per l’apposizione dello Scudo Blu
Sulla scorta dell’esperienza maturata nell’ambito di Uno Scudo per la cultura, si possono individuare i seguenti step della procedura di apposizione dello Scudo Blu.
- Condivisione del progetto con gli enti proprietari e gestori dei beni culturali sul territorio, con eventuale raccolta di manifestazione di interesse a collaborare.
- Proposta, attraverso una lettera, da parte del Presidente del Comitato di Croce Rossa al sindaco del Comune di riferimento, affinché quest’ultimo formuli un atto di indirizzo per l’individuazione di uno o più beni meritevoli di tutela ai sensi dell’articolo 1 della Convenzione dell’Aia del 14 maggio 1954 e per l’apposizione del contrassegno ai sensi degli articoli 16 e 17.2.
- Alla luce della delibera comunale, elaborazione di una o più proposte di soluzioni per l’apposizione dello Scudo Blu sul bene, a seguito di sopralluogo fatto con l’ente proprietario e/o gestore.
- Validazione da parte degli enti interessati (Comune, proprietario, gestore) della proposta definitiva di apposizione dello Scudo Blu, che, in quanto simbolo istituzionale di valenza internazionale, deve essere collocato in una posizione centrale, analoga a quella di altri emblemi istituzionali, possibilmente accanto all’ingresso del bene, compatibilmente con il rispetto di eventuali vincoli di conservazione del monumento.
- Presentazione del dossier alla Soprintendenza di riferimento, contenente foto-inserimento, specifiche tecniche dello Scudo Blu, indicazioni in merito alla modalità di affissione, eventuale relazione tecnica sullo stato di conservazione del supporto su cui si andrà ad applicare lo Scudo Blu.
- Organizzazione della cerimonia di inaugurazione, in collaborazione con Comune, enti proprietari e gestori, per creare un’occasione di informazione in merito allo Scudo Blu, in quanto la divulgazione del suo significato e del suo valore è parte integrate del processo stesso di apposizione.
- Condivisione di materiale informativo sullo Scudo Blu con Comune, enti proprietari e gestori, a cui viene fornito un vademecum (testi, link, logo, immagine) da divulgare attraverso i propri mezzi di comunicazione per favorire la conoscenza della Convenzione dell’Aia.
I Volontari CRI in possesso della qualifica di Istruttori DIU Specializzati ASPBC che volessero richiedere l’invio del Toolkit di supporto della Campagna sono invitati a compilare il seguente form.
Quali beni possono essere destinatari di Scudo Blu?
I beni vengono selezionati non solo per il loro valore artistico, storico, culturale, ma anche per il significato che essi assumono per la comunità locale e per l’intera umanità.
La Convenzione individua, in particolare, l’elenco di tali beni all’articolo 1:
a) beni, mobili o immobili, che siano di grande importanza per il patrimonio culturale dei popoli, come i monumenti architettonici, artistici o storici, religiosi o laici, i luoghi archeologici, gli insiemi di costruzioni che, come tali, offrono un interesse storico o artistico, le opere d’arte, i manoscritti, libri e altri oggetti d’interesse artistico, storico o archeologico, le collezioni scientifiche e le collezioni importanti di libri, di archivi o di riproduzioni di tali beni;
b) gli edifici destinati principalmente e realmente a conservare o esporre i beni culturali mobili definiti nella lettera a, come i musei, le grandi biblioteche, i depositi di archivi e i rifugi destinati a ricoverare, in caso di conflitto armato, i beni culturali definiti nella lettera a;
c) i luoghi in cui s’accentri una quantità considerevole di beni culturali, definiti nelle lettere a e b, detti «centri monumentali».
Ci sono beni culturali su cui non può essere apposto lo Scudo Blu?
Secondo la Convenzione dell’Aia, possono essere protetti beni culturali che si trovino a distanza adeguata da qualsiasi centro industriale o punto che costituisca un obbiettivo militare importante, come un aerodromo, una stazione di radiodiffusione, un istituto che lavora per la difesa nazionale, un porto o una stazione ferroviaria di una certa importanza o una grande via di comunicazione. Inoltre, sono esclusi beni che siano usati per fini militari, ad esempio le caserme.
Dove si appone lo Scudo Blu?
Lo Scudo Blu è un simbolo istituzionale, riconosciuto a livello internazionale come emblema di protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato. Per tanto, la sua collocazione deve essere individuata in modo che sia visibile, alla stregua degli altri vessilli istituzionali.
Per dare omogeneità ai siti con Scudo Blu, facilitandone la riconoscibilità, l’indicazione di Croce Rossa Italiana è di individuare un luogo accanto alla porta d’ingresso dei siti, possibilmente in alto a destra. Ogni caso va, tuttavia, analizzato con l’ente proprietario e/o gestore.
Come deve essere lo Scudo Blu?
L’indicazione su misure, materiale e colori dello Scudo Blu deriva direttamente dalla Convenzione dell’Aia.
Lo Scudo Blu è una targa in alluminio di 24 cm per 14, color blu e bianco.
Possono esserci eventuali deroghe sulla scelta del materiale, qualora sia ritenuto opportuno conformare lo Scudo alla cartellonistica usata nel bene culturale, laddove ci sia una specifica richiesta dell’ente gestore, che va comunque valutata da Croce Rossa Italiana.
Quali sono le tecniche di affissione dello Scudo Blu?
In ottica di conservazione, è opportuno individuare soluzioni di apposizione che comportino il minor impatto possibile sui beni.
Sono, dunque, da prediligere soluzioni di fissaggio su supporti in ferro già esistenti, che limitino la necessità di forare mura o intonaco.
Laddove ciò non sia possibile, valutato lo stato di conservazione e la storicità di intonaco o laterizio, si può proporre il fissaggio tramite due punti di ancoraggio, per garantire la stabilità ed inamovibilità dello Scudo Blu riducendo al minimo l’impatto sul bene.
Dove si appone lo Scudo Blu in una piazza storica?
Le soluzioni vanno valutate caso per caso, ma in linea generale le piazze storiche contengono molteplici monumenti e palazzi di valore culturale, per cui è importante che lo Scudo Blu sia apposto in modo che sia chiaro che è riferito all’intera piazza, e non solo ad un bene.
Per questo, può essere utile pensare ad un totem informativo integrato con lo Scudo Blu, da collocare in un punto significativo della piazza, che può dare informazioni sul luogo nel suo complesso.