Cenni storici
Il complesso è composto da collegiata, chiostro, priorato e campanile. La Chiesa di Sant’Orso Sorge fuori dalla cinta muraria di Aosta, sui resti di un’antica necropoli romana ed era il fulcro intorno al quale in epoca medievale si sviluppò il borgo di Sant’Orso. A cavallo dell’anno Mille per volere del Vescovo Anselmo l’edificio venne fortemente trasformato: la chiesa dell’epoca romanica era divisa in tre navate ed era circondata da una cinta muraria, a cui apparteneva anche l’attuale torre campanaria (m.46). Dell’epoca si sono conservati la cripta e gli affreschi nel sottotetto.Nel pavimento del coro ligneo quattrocentesco, un pregevole mosaico del XII secolo raffigura Sansone nell’atto di uccidere il leone, circondato da una frase palindroma, un riferimento al Sator o quadrato magico. Nel XV secolo il complesso viene profondamente rinnovato sotto la guida del colto e raffinato Priore Giorgio di Challant. A questo periodo appartengono gli stalli e le vetrate del coro, nonché le volte a crociera.
Il vero e proprio gioiello del complesso è il chiostro romanico risalente al XII secolo, quando nel 1132 la bolla di Papa Innocenzo II impose la regola di Sant’Agostino ai canonici di Sant’Orso. Unico in tutto l’arco alpino con 40 capitelli istoriati che raffigurano scene tratte dal Nuovo e Vecchio Testamento, così come della vita di Sant’Orso, nonché personaggi e animali fantastici o elementi decorativi, che sono considerati fra le più alte espressioni della scultura romanica religiosa.
Il Priorato di Sant’Orso, accanto alla Chiesa presenta una facciata, unica in Valle d’Aosta, in mattoncini di terracotta. Costruito per volere del Priore Giorgio di Challant nella seconda metà del Quattrocento custodisce al suo interno un mirabile viret (scala a chiocciola) ed una cappella decorata con un ciclo di affreschi dai toni cavallereschi dedicati alla figura di San Giorgio. Di fronte alla chiesa sorge un maestoso tiglio secolare, di oltre cinquecento anni, ora protetto da una recinzione, un tempo luogo di giochi dei bimbi del Borgo.
Perché è stato scudato
Le abitazioni che circondano la Collegiata, tra l’Arco d’Augusto e le Porte Pretoriane, costituiscono per gli aostani il Borgo, e cuore del Borgo è Sant’Orso con il suo campanile e il suo chiostro, punto di orgoglio e di affezione. I viandanti di una volta, così come i turisti di oggi provenienti dal Piemonte, cominciano la visita della città di Aosta dal complesso di Sant’Orso, dopo aver ammirato l’Arco. Sulla piazzetta antistante la chiesa, in una zona senza auto e senza rumori, respirano l’aria della storia.
Alla fine di gennaio di ogni anno, si svolge ad Aosta la millenaria fiera dell’artigianato, la Fiera di Sant’Orso. In questi due giorni giungono da tutta Italia, dalla Francia, dalla Svizzera, dal Belgio in media più di 200 mila visitatori. Secondo la tradizione, proprio Sant’Orso era solito distribuire ai più poveri delle calzature in legno (sabot) sul sagrato della chiesa che porta il suo nome. Da quasi mille anni, in quei giorni, attorno alla Collegiata, si vende, si compra, si contratta, si mangia, e si balla.
Il Priore ha accolto con estremo interesse la proposta del Presidente del Comitato CRI di Aosta di apposizione dello Scudo Blu e con convinzione ha collaborato all’organizzazione dell’evento nel novembre 2024, predisponendo anche un annullo filatelico riportante lo Scudo blu e il termine dei lavori di restauro del Chiostro. Prima dell’apposizione dello Scudo si è svolta, nella chiesa gremita, la Conferenza dal titolo “Il Campanile millenario e lo Scudo blu” tenuta dal Presidente dell’Académie de Saint-Anselme d’Aoste Don Paolo Papone, dal Prof. Edoardo Greppi, dal Maggiore C.C. Ferdinando Angeletti.