Cenni storici
Nel cuore della provincia di Massa-Carrara, tra le colline di Montedivalli, si trova un luogo di culto carico di storia: la pieve di Sant'Andrea. Questo edificio sacro sorge su un importante crocevia medievale, tra la via Aurelia e la "strada dei feudi malaspiniani", la quale metteva in comunicazione la val di Magra con quella del Vara.La prima attestazione storica che dimostra l'esistenza della chiesa di Sant'Andrea è il diploma del 19 maggio 963 nel quale l'imperatore Ottone I riconosce ad Adalberto, vescovo di Luni, alcuni antichi possedimenti della chiesa fra cui il “castrum sancti Andree”. Oggi non è presente alcuna traccia visibile del castrum; poiché dal 1185 non apparve più su documenti ufficiali si presume che la sua funzione militare già nel XII secolo decadde. La pieve di Sant'Andrea viene citata come pieve e non più come castrum nel privilegio papale di Eugenio III dell'11 novembre 1148.
La Pieve rimase sede parrocchiale fino al 1628. Da tale data le funzioni parrocchiali vennero celebrate nel nuovo Oratorio di San Rocco, sito nell’odierna località Chiesa, che divenne di fatto la chiesa parrocchiale, mentre la Sant’Andrea, isolata nel bosco in località Pagliadiccio, fu quasi abbandonata. Dopo un importante restauro, la Pieve di Sant’Andrea venne riaperta al culto l’11 dicembre 2011 dal vescovo Mons. Giovanni Santucci, che ne consacrò il nuovo altare, ed è considerata ad oggi “Chiesa comparrocchiale”.
Perché è stato scudato
La pieve risale al VII secolo ed è un gioiello del nostro territorio che va custodito e protetto per il patrimonio storico e artistico che la contraddistingue. Di fatti, nonostante le aggiunte barocche, come la costruzione del campanile, l’edificio ha conservato le vestigia romaniche fino ad oggi. Pare che una piccola statua murata nella facciata sia un riferimento a Venanzio, vescovo di Luni, che ebbe il compito di evangelizzare le zone della Lunigiana. Secondo la leggenda, la chiesa fu costruita dagli angeli in una notte. Le statue, attualmente conservate presso la Cassa di risparmio di Carrara, sono state custodite gelosamente dagli abitanti di Montedivalli per molti anni. Esse venivano occultate nelle cantine e tirate fuori solo in occasione di particolari festività liturgiche come la festa del patrono.
Dopo un lungo restauro, nel 2011, questo luogo di culto millenario ha riaperto le sue porte, continuando a testimoniare la ricca storia della zona.